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Gli alberi che hanno popolato la Pianura
Padana fin dalla sua formazione sono stati protagonisti, nel
corso di milioni di anni, dell'evoluzione del paesaggio; sono
state sempre le piante ad accompagnare l'uomo, fin dalla sua
comparsa, sul nostro territorio e lo hanno protetto, riscaldato,
alimentato seguendolo nelle sue "vicende" storiche.
Alle soglie del duemila con la carenza cronica di essenze arboree
proponiamo un'originale storia di Reggio scandita dagli alberi.
I primi alberi comparsi nell'area attualmente occupata dalla nostra
provincia erano ben diversi da quelli che la popolano adesso.
Alle soglie della
Preistoria era il Pino silvestre
la specie dominante e solo negli ultimi diecimila anni il tipo vegetazione si è "stabilizzato".
Nel Neolitico
avvennero i primi disboscamenti,
i Terramaricoli
utilizzarono i tronchi degli
alberi per le recinzioni dei loro villaggi.
I Celti si integrarono
bene con le selve padane e i Druidi, i loro
sacerdoti, veneravano le querce; proprio con tronchi di querce i
Galli Boi sbaragliarono i Romani nella Silva Litana. Uno scrittore romano, Polibio, descrisse per primo
queste estese foreste, che proprio i Romani iniziarono a smantellare con le "Centuriazioni" per fare posto alle coltivazioni. Con
l'avvento dei Cristiani anche la sacralità del bosco fu abbandonata, in un
documento del re longobardo Desiderio erano
segnalate le essenze presenti nelle nuove selve .
Intorno all'anno mille Giovanni l'eremita, consigliere di Matilde di Canossa, viveva dentro
alla foresta di Marola; in pianura venivano emanate le leggi a difesa degli alberi e in collina faceva la sua
comparsa l'Olivo . Nel 1200 vennero emanati
degli Statuti che regolavano la vita delle piante in città e
sotto una grande quercia in Piazza grande venne ucciso Caco il
ghibellino. Il verde in città, circondata ora da mura a
perimetro esagonale, è costituito da orti, vigne, frutteti e rigogliose siepi.
Appena fuori dalle mura sorge il grandioso Monastero di S. Prospero caratterizzato dalla presenza di viti e "rosaj
tra ruscelli amenissimi".
Alcuni Statuti comunali
impongono il taglio di alberi che tolgono il sole agli orti in
una città percorsa da canali : in un mulino si macinano le galle delle querce per la conceria delle pelli. Mentre iniziano i primi
contratti di
mezzadria a Reggio, nella
battaglia tra Guelfi e Ghibellini viene ucciso sotto una grande
quercia, che si erge maestosa in piazza Grande, il capo
Ghibellino Caco
della Palude. Nel bosco del
Fracasso viene assalito dai nemici e rischia la vita il poeta Francesco Petrarca. I Gonzaga
si disputano con il Governo di
Reggio la proprietà di alcuni boschi tra Reggio e Novellara. Dal
1492 si iniziò a regolare l'attività agricola e sotto una quercia, con Francesco Guicciardini
governatore, venne ucciso il bandito Amorotto. Uno dei primi parchi rinascimentali era il Mauriziano di Ludovico Ariosto, nasceva la Piantata Padana e grazie a Lucrezia Borgia fioriva l'arte della seta
e la coltivazione
del Gelso. Alberi e case vennero
abbattuti intorno alla cerchia muraria con la "Tagliata" , e il Duca d'Este costruì
lo stradone che portava alla villa di Rivalta. Nei tanti mulini presenti in città si macinano castagne e olive; le
galle delle querce macinate vengono utilizzate per la concia e la
tintoria delle pelli. Il vischio quercino è
la materia prima per cacciare con il metodo
delluccellagione"
Ai tempi della rivoluzione francese venne
innalzato in città l'albero della Libertà,
Filippo Re trasformò il giardino di casa in un orto per i suoi
esperimenti e nacque il primo Orto botanico
pubblico.
Un censimento del 1847
segnalava il numero degli alberi in provincia; molti paesi della
provincia presero il nome dalle piante:
i fitonomi di Reggio ed anche alcune vie della città
testimoniano una passata attività botanica.
Nel 1876 sulle rovine della Cittadella sorsero
i giardini
Pubblici e nei primi del 900 le
alberature dei viali della circonvallazione. Durante l'ultima guerra un decreto impose il taglio delle siepi e nell'aprile 45 si progettarono tagli di alberi in città per
alimentare i forni. L'elenco di tutti gli alberi centenari e la loro collocazione sul
territorio conclude la storia degli alberi di Reggio.