I viali di Reggio
La maggior parte dei viali alberati della nostra
città sono sorti tra la metà del secolo scorso e la prima metà
di quello in corso; hanno preso il posto e ridisegnato idealmente
la geometria delle mura medioevali che, venuta meno la necessità
di difesa fortificata, sono state abbattute.
Gli alberi rappresentavano il tramite armonioso tra gli spazi
aperti della campagna e gli spazi costruiti; nei punti
principali, al posto dei bastioni erano sorte grandi piazze,
spesso anch'esse alberate, punto di partenza delle diramazioni
della nuova viabilità della città verso l'esterno.
Gli spazi verdi intorno alla città storica sono destinati però
ben presto a scomparire; già nel 1911 Villani lamenta: "tra
Porta Castello e Porta S. Pietro, numeroso gruppi di case
ineleganti, hanno tolto la libera vista dell'azzurro Appennino e
quella malinconica poesia che emanava dai silenziosi sentieri
ombreggiati dalle siepi di biancospino e robinie". Il
riferimento è al quartiere denominato Risorgimento; chissà cosa
scriverebbe Villani adesso del rapporto verde -costruito intorno
alla nostra città?.
Ritorniamo ai nostri viali alberati: significativo è l'esempio
di viale Umberto I, la storica via di accesso a sud della città;
originariamente era la strada per la montagna, che portava anche
alla famosa villa di Rivalta "la piccola Versailles degli
Estensi", diventata poi il luogo di passeggio con un viale
principale, affiancato da quattro minori paralleli delimitati da
filari di pioppi cipressini.
Nei primi anni del 1900 questo viale era abbellito da grossi
esemplari di platano che, come testimoniano alcune immagini
fotografiche conservate nella Biblioteca Panizzi di Reggio, sono
stati abbattuti nel 1925. Anche il "viale a sinistra di
Porta S. Pietro -ce lo racconta ancora Villani nel suo libro
"Le vie di Reggio Emilia" -che conduce alla stazione
che fu inaugurata il dì 4 luglio 1859, allorché venne posta in
attività la stazione, era ombreggiato da platani".
Per una curiosa coincidenza (ma non tanto), quando avviene la
sostituzione nei primi anni del 1900 degli alberi di questi
importanti viali di Reggio, al posto dei platani vengono piantati
dei tigli. Ciò non meraviglia, visto che è ora il tiglio la
specie prevalente nelle alberature della nostra città, così
come lo è in altre 24 città italiane soprattutto della pianura
padana. Lo afferma Alfonso Alessandrini nel libro "Pensare
il bosco" dove è contenuta un'indagine sulle specie
dominanti nelle città capoluogo di provincia; insieme al platano
che "domina in 28 città" è senza dubbio il simbolo
del nostro paese.
Non avranno certamente le dimensioni della "Unter den
Linden" di Berlino, il viale di tigli più famoso d'Europa,
ma sono circondati da tigli anche i nostri Corso Garibaldi, viale
Magenta, una parte di Viale Isonzo, via Gorizia, via Beretti, via
Eritrea ....
Ricordiamo che si tratta di un Tilia argentea ottenuto
dall'incrocio di un tiglio nostrano con uno americano.
Molto numerosi nella nostra città sono anche i Platani:
esemplari di grosse dimensioni si possono ammirare ancora ai
Giardini pubblici, in viale Piave, in viale Monte Grappa e in via
Adua, in questo caso il riferimento europeo può essere fatto con
il grande viale che collega a Londra Trafalgar Square e
Buckingham Palace.
Sempre dell'impianto originario dei primi del novecento, anche se
nel frattempo molti esemplari sono stati sostituiti, i circa 1500
alberi della circonvallazione; le specie in questo caso sono le
più diverse: aceri ricci, aceri di monte e bagolari in viale
Timavo, aceri negundo in viale dei Mille, platani in viale Piave
e frassini, aceri negundo e tigli in viale Isonzo.
Ormai storico è anche viale Trento-Trieste: ad accompagnare i
cittadini che si recano alla stazione della Reggio Ciano degli
esemplari quasi centenari di ippocastani.