26 gennaio



 

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DI BELLA, UNA GRANDE SUGGESTIONE?

Non so se l’eco di quanto sta accadendo dalle nostre parti stia arrivando anche ai nostri lettori che vivono all’estero, ma in Italia in questi giorni tiene banco la vicenda del professor Luigi Di Bella, un ricercatore che nel corso degli anni ha sviluppato una terapia a base di melatonina e somatostatina che, a quanto pare, permette di curare alcuni casi particolari di tumore. Di Bella è diventato un simbolo per tanta gente, e ha scatenato una reazione a catena da parte dell’ambiente medico, sanitario e anche dei politici. Motivo: la cosiddetta ‘cura Di Bella’ costa pochissimo e permette risultati miracolosi, che spesso la molto più costosa chemioterapia non riesce a ottenere.
C
i sono interessi di salute e di miliardi in ballo, troppo grossi per non scatenare un putiferio.
N
on è delle vicende giudiziarie che intendiamo occuparci. Ci interessa maggiormente soffermarci sulle caratteristiche che forse hanno fatto in modo che Di Bella sia diventato per molti una bandiera. Trattandosi di un ricercatore stimato e rispettato per il suo lavoro, e non di un ciarlatano o di un venditore di pozioni, il fenomeno merita qualche riflessione.
P
unto primo: è chiaro che la motivazione di molti difensori di questo professore di origini siciliane trapiantato a Modena è accentuata dall’importanza e dalla rilevanza del ‘nemico’ comune, il cancro. Avesse scoperto una cura per eliminare l’acne, sicuramente non avrebbe avuto la stessa risonanza.
P
unto secondo: trattandosi di una patologia vera, e non immaginaria, i successi di alcuni pazienti hanno acceso la speranza di tutti gli altri. Non si può guarire da un tumore solo per suggestione, se qualcuno ce l’ha fatta è perché evidentemente la somatostatina ha un effetto concreto. E chi ha avuto parenti o amici colpiti da simili drammi sa quanto sia potente e irrefrenabile la speranza.
P
unto terzo, forse il più importante: Di Bella parla la lingua della gente e propone una cura tutto sommato economica e semplice, anche se deve essere ovviamente effettuata sotto la guida di un medico che la conosca bene. Senza scomodare la New Age, credo che sia stato abbastanza automatico, per i pazienti ma anche per chi ha letto i giornali, associare questo dottore a una medicina più umana, più comprensibile. Della quale tutti, credo, sentono un gran bisogno.

Doriano Rabotti

OGNUNO HA IL DIRITTO DI CURARSI COME VUOLE

A tuttoggi è molto difficile poter dire qualcosa di rigoroso sul metodo Di Bella: fra qualche mese, quando saranno disponibili i dati risultanti dalla sperimentazione, potremo dirne di più.
I discorsi di Di Bella non sono totalmente nuovi né originali: il medico modenese sostiene che ogni paziente ammalato di tumore è prima di tutto una persona, quindi per sconfiggere o arginare il più possibile gli effetti di un tumore bisogna personalizzare la cura. Inoltre, invece di mirare principalmente alla distruzione delle cellule tumorali può essere importante trovare il modo di creare intorno a queste cellule un ambiente che ne sfavorisce lo sviluppo. Per questo motivo una terapia che indebolisce o abbatte l’organismo (vedi chemioterapia) ha spesso degli effetti devastanti. Se il metodo Di Bella e la somatostatina manterranno o no le loro meravigliose promesse lo sapremo, sperando il bene, fra qualche mese.
S
e fosse vero che un paziente, grazie alla somatostatina e ad altri rimedi, arriva in una condizione di "parziale benessere" e "stando abbastanza bene" fino al momento della morte, basta questo per essere molto grati al signor Di Bella.
Q
uello che più sconcerta è il quadro di profonda disperazione che improvvisamente è venuto alla luce e che riguarda, chi più chi meno, quasi tutte le famiglie. E’ ad esempio sconcertante il fatto che sia un medico che decide attraverso la sua coscienza e la terapia la quantità di dolore che dovrai sopportare (morfina o no?). E’ impressionante il fatto che il malato, oltre alla disperazione, debba spesso portarsi dietro la sensazione di essere carne da macello.
F
orse bisogna iniziare a discutere della libertà di cura.

Ugo Cornia




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A me francamente sembra che il dottor Di Bella parli una lingua ancor piu' astrusa di quella medica corrente.
Francesco Tutino, Modena

L'errore è tutto della vergine di ferro e ministro Rosy Bindi: insieme ai baroni della medicina ha subito snobbato e rifiutato il confronto con il Prof. Di Bella, facendolo diventare un simbolo della lotta contro un potere arrogante e prepotente, oltre che ignorante e chiuso in se stesso. La sperimentazione doveva essere sperimentata subito, con meno polemiche e fragore. Forse oggi avremmo già avuto i primi risultati ufficiali e la speranza di guarigione per qualche ammalato.
Maurizio Morotti, Sassuolo

C'e qualcosa che mi lascia perplesso nel comportamento del dott. Di Bella.
Provo a schematizzare. Qualche anno fa una commissione ministeriale ha esaminato il suo metodo e lo ha bocciato. _br_ Ammettiamo che il metodo sia valido e la commissione corrotta. Io, al posto di Di Bella, avrei preso le mie cartelle cliniche, sarei andato in Austria, in Germania, negli Stati Uniti, insomma in qualche paese straniero, forse meno corrotto dell'Italia e, dopo aver ottenuto il un riconoscimento ufficiale, avrei denunciato il ministro ed i componenti della commissione.
Ammettiamo ora che il metodo sia truffaldino. Il comportamento di Di Bella e dei suoi seguaci si spiega perfettamente: bisogna guadagnare tempo e conquistare i favori della opinione pubblica (che giustamente non vede l'ora che si trovi una cura per il cancro). In quest'ottica ogni passo intrapreso da Di Bella ha una sua coerenza.
E cosi', arriviamo ad oggi. Chiunque dovesse dimostrare che la cura Di Bella e' al massimo un palliativo si troverebbe contro la popolazione. Bocciare Di Bella adesso, e' un errore. Rende impopolari. Speriamo che la nuova commissione che esaminera' la cura, lo faccia scientificamente e non politicamente.
Comunque, anche se sono perplesso, spero anch'io di sbagliarmi e che Di Bella abbia ragione. E in questo caso, dovremmo risalire al ministro di allora (non la Bindi, che secondo me ha fatto solo il suo dovere) e ai componenti della prima commissione e fargliela pagare. Cara.

Giovanni Sonego, Modena

Ho conosciuto, indirettamente, la cura del Dr. Di Bella agli inizi degli anni 80. Una famiglia di amici, che avevano conosciuto occasionalmente il Dr. Di Bella, avevano intrapreso la cura per due dei loro genitori, entrambi gravemente malati di cancro e, secondo la medicina ufficiale, destinati a morire nel giro di pochi mesi. La madre del mio amico è vissuta 11 anni, la madre della mia amica, 5. In entrambi i casi, quello che maggormente penso sia apprezzabile, che la vita di entrambe queste anziane signore, è stata dignitosa, non distrutta dagli effetti devastanti, interiori ed esteriori della chemio terapia, suggerita in entambi i casi dagli oncologi che le avevano in cura e che, lo ricordo, avevano pronosticato pochi mesi di soppravvivenza (chi ha visto gli effetti della chemio terapia non può definire vita il empo che rimane al malato). Per tutti quegli anni, il Dr. Di Bella ha rifiutato compensi, sia in denaro che in beni durevoli. Ha visiato e curato quelle done per anni, assistendole e seguendole costantemente, rifiutando, spesso quasi offeso, qualsiasi offerta di pagamento per la sua attività. Io non ho le conoscenze per giudicare tecnicamente il metodo Di Bella, ho voluto però raccontare due casi che, da ciò che mi risulta non sono isolati, perchè possano servire alla discussione e perchè, qui mi rivolgo a te Giovanni, possano impedire di pensare, anche solo per un momento, che il prof. Di Bella lucri o pensi di lucrare sulle sue scoperte.
Daniele Cavallini, Marano sul Panaro

Non entro del metodo del dott. Di Bella data la mia assoluta incompetenza; come tutti mi auguro che abbia ragione: non per la sua gloria, ma per il "bene" di tanti ammalati. Ritengo pero' incredibile e inaccettabile il suo comportamento di fronte alle regole, alle procedure. Credo che sia andando contro l'interesse dei malati che lui stesso vuole curare. Se non altro ostacolando una maggior diffusione del suo metodo in tempi brevi. Spero di poterne lodare i meriti scientifici, ma ne deploro i metodi "politici.
Fabio Poggi, Modena

" ITALIA !?!? Un paese di commissari tecnici...ed ora anche oncologi..., ma non erano santi e navigatori?" Io ho inserito su giramondo questa frase non per urtare la suscettibilità di chi soffre , ma per le regini che ora voglio spiegare. Io penso che la cosiddetta "opinione pubblica" non abbia le carte in regola per giudicare la validità o meno di una cura anticancro, e mi sembra giusto lasciare tale compito ai professionisti, ne tantomeno montare sulla logica speranza di chi soffre una squallida diatriba politoca come sta accadendo in questi giorni, da parte di un esponente di un partito attualmente all'opposizione, nonchè figlio del professor Di Bella. Io altro non posso dire che spero sì che la "cura Di Bella" funzioni, e che i risultati degli studi del professore abbiano successo, ed aiutino i tanti malati di cancro ad eliminare le loro sofferenze, o quantomeno ad alleviarle.
Valerio Strada, Modena

Tutti possono decidere come curarsi,in modo particolare quando la medicina ufficiale non dà risultati o speranze. LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE
Gianpiero CIOLI, MILANO

Penso che il protocollo Di Bella vada presto verificato da una commissione. Ho avuto mia madre malata di tumore. Il primario dell'ospedale civile di Avellino mi disse che le restavano sei mesi di vita e che non conveniva affatto intervenire, ma fra le righe aggiunse di rivolgermi a qualche struttura privata. Così feci. I dottori della clinica Malzoni fecero l'intervento che consistette nell'asportazione della parte malata e poi la curarono per un anno e mezzo con la chemioterapia. Pensavo che mia madre fosse vissuta dodici mesi in più. Ora che so del metodo Di Bella ho dei grossi dubbi sul come sono andate le cose. Sicuramente avrei potuto fare una valutazione in più, cosa che, a suo tempo, mi fu negata per mia ignoranza soltanto o principalmente per quella del primario?
Michele ZARRELLA, Gesualdo (AV)

La mia paura più grande è che portino il Dott. Di Bella molto in alto, come in questi giorni, per fargli più male quando lo faranno cadere, timbrandolo come ciarlatano..... Purtroppo è una cosa che mi fa paura.... Spero di no!
Massimo, Modena

Forse sono l'ultima ad ottenere il diritto alla parola a causa dell'età, ma penso che la cura del professore Di Bella sia una buona alternativa alla chemioterapia, che porta a conseguenze spaventose!
Michela, Frasso Telesino (BN)

Fortunatamente esistono persone come Di Bella che studiano insegnano fanno seminari si aggiornano e aggiornano a loro volta altri professori. E non stanno la sera a guardare la tv con i pop corn in mano e le pantofole ai piedi........ Grazie di esistere .
Mario Fontana, Modena

Tutto verra' chiarito e le rispettive parti saranno ridimensionate nei loro pur autorevoli pareri:ci vuole tempo!per tutto...
Giancarlo, Sassuolo

NEMO PROFETA IN PATRIA. DI FRONTE ALLA LIBERTA' DI CURA, COSTITUZIONALMENTE SANCITA, NON SI PUO IMPEDIRE NEANCHE IL SUICIDIO (TRANNE SANZIONARE L'ISTIGAZIONE AL SUICIDIO). SONO LIBERO DI CURARMI ANCHE DA BELZEBU' E A BELZEBU' NON PUO' ESSERE IMPEDITO DI SOMMINISTRARMI ALCUNCHE', SALVO REATO. PER TALI MOTIVI, OFFRO LA MIA COMPETENZA TECNICA PER PROMUOVERE INNANZI ALLA PRETURE DI MODENA, SASSUOLO, CARPI, MIRANDOLA E VIGNOLA IL RICORSO EX ART. 700 CPC CON IL SOLO RIMBORSO DELLE SPESE VIVE.
AVV. DOMENICO ROSATI, MODENA

Gli indiscussi interessi in gioco sulla cura del cancro da parte dell'industria farmaceutica non possono che alimentare dubbi e speranze su questa cura alternativa. Non ho alcuno strumento per farmi un opinione in merito, ma credo che la medicita ufficiale debba sconfiggere la propria arroganza e soprattutto scoprire che le persone si curano "intere". Non sono malate solo a pezzi, e le loro risorse, la voglia di vivere, il coraggio di lottare sono punti cruciali da non dimenticare mai quando si cura un malato, non solo di tumore. Questa è una caratteristica della medicina alternativa, far leva sulle risorse personali della persona. Chi la boccia definendo i risultati come effetto placebo, o è in malafede, o è ottenebrato dal proprio ruolo di uomo di scienza. Ancora non insegnano all'università che si avrà a che fare con delle persone? E poi, se anche di effetto placebo si trattasse, ben venga!!!
Monica, Modena

Ancora una volta si assiste ad uno show tutto Italiano dove i propulsori di questo spettacolo hanno come come carburante malati di tumore.
Maurizio, Modena

Penso che le lobby farmaceutiche dovrebbero tenere in maggior considerazione il fatto che si, bisogna prima procedere ad una corretta ed adeguata sperimentazione ma che soprattutto e sottolineo, soprattutto, si tratti di vite umane e che quindi più che stare a battagliare con Di Bella dovrebbero darsi da fare per sperimentare il suo metodo il più presto possibile, per permettere a tutte quelle persone che, per un motivo e per un altro non anno ancora provato o avuto l'aoccasione di provare il metodo Di Bella. Questa non dev'essere -solamente- una quiestione di tipo economico, bisogna rendersi conto che il tempo passa in fretta e per una persona affetta da una malattia, soprattutto se quest'ultima è grave, il tempo "perso" per queste decioni è lunghissimo. Vorrei vedere se uno degli esponenti delle lobby fosse anch'esso malato... ci metterebbe così tanto tempo a decidere sul da farsi o avrebbe già risolto tutto il problema? Avrebbe avuto qualcosa da ridire? Avrebbe infine, portato avanti una "battaglia" come quella che sta svolgendosi?
Maurix, Modena

Chia offre speranza ad una persona destinata a morire la ammazza 2 volte. Il prof. Di Bella, docente universitario da 40 annni, conosce benissimo come si attua un protocollo scientifico rigoroso e come tale indiscutibile, perchè non farlo??
Andrea Palermo,

gffwa
wefr, wea

27/09/2000
Se vuoi saperne di più sulla storia Di Bella puoi visitare il sito vogliovivre.com.

Giampietro Laudizzi, Genova

31/03/2002
Se la medicina ufficiale non sa far altro che vivacchiare sulle pseudo scoperte di alcuni, è ora che impari a lasciar vivere e lavorare gente come Di Bella. Ma l'invidia è dura a morire vero?

Mariagrazia Cabianca (193.42.81.74) , Tolmezzo

01/07/2003
Stamattina ho appreso della scomparsa del Prof.Di Bella,siamo rimasti orfani di un genio, di un padre, di un "mistico" della ricerca medica.
Non dimenticherò mai l'esempio che è stato di tenacia,rara intelligenza,grande umanità e disciplina.
Spero che Dio lo abbia in gloria!

Maria Caldarella (80.117.58.65) , Parma

 
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Anno III - Dir. Editoriale G. Sonego
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