Be, quello che dice Andrea mi piace molto,
ed è tipico di una persona di ampie vedute
e soprattutto molto tollerante. Mi chiedo,
se fosse il proprietario di un palazzo a Modena come suonerebbero i nomi sul campanello?
Leggendo il suo racconto ..
mi è parso di entrare in un moldo di sola musica e colori, molto diverso dalla realtà. Comunque d'accordo sul fatto che l'accoglienza riservata agli stranieri all'estero sia differente da paese a paese, ma con una punta per nulla velata di preoccupazione generale è quanto mai palese, c'è in gioco il cambio futuro della razza di base.
E' una sorta d'istinto conservativo.
Modena è già diversa da Roma, così pure come a Parigi gli stessi atleti di colore erano una realtà molto tempo prima della nostra Mei.
E, attenzione non è difficile trovare un impiegato di banca di origine Senegalese sempre a Parigi.
Qui tuttalpiù l'extracomunitario non fa i turni di notte.
Una coppia mista, non si abbraccia per strada ed
un bimbo dalla pelle ambrata deve continuamente replicare le generalità, e se parla bene Italiano allora sicuramente si pensa che sia stato adottato in fasce, neppure in ultima ipotesi sopraggiunge l'idea che possa essere un figlio di Modenese + Africano.
Comunque credo che sia questione di tempo, soltanto 15 anni fa a Modena, tutti si voltavano al passaggio di uno straniero di razza diversa per strada, perchè prima di quel momento visto solo in tv.
Oggi almeno ciò non accade e credo siano una quindicina i listolanti cinesi.
IO sogno un mondo a colori e musiche ma vedo ancora molti grigi, e sento parecchi stridii.
Io non mollo, continuerò con fiducia ad aspettare
il colore del futuro -_ l'AMBRA
Maria, Modena
Io che sono di origine italiana in terra straniera non mi sento straniera per niente! Mi sento cittadina del mondo! In un paese dove ci sono tante razze ed ognuna con una storia diversa, a volte molto, ma veramente molto triste oppure come la mia, quasi divertente!
Amo questo paese, l`Australia, quasi quanto Modena perche` mi ha dato l`occasione di vivere una seconda vita e di conoscere e allargare i miei orizzonti, mi ha dato l`opportunita` di essere tollerante e di essere tollerata, di capire e di essere capita e sopratutto che sotto il colore della pelle o il taglio degli occhi, diverso dal mio, c`e` sempre un essere umano che non e` per niente diverso da me!
Xena, Canberra (Australia)
Non mi permetto di contraddire la Storia sostenendo che l’integrazione culturale sia uguale in tutti i
paesi, ma vorrei invitarvi a riconoscere nel nostro un paese normale.
Siamo gia’ una buona macedonia (pensate che schifo essere o diventare un succo di frutta dove tutti i
frutti perdono il loro sapore in una miscellanea probabilmente disgustosa!).
E per fortuna la nostra macedonia si sta ancora arricchendo di gusti.
Non esiste classe di scuola d’infanzia o elementare dove non siano integrati almeno un paio di bambini di
origini non italiane, non esiste condominio, gruppo, associazione, luogo di lavoro...
Non voglio cantare l’ospitalita’ e la tolleranza del popolo italiano: questi atteggiamenti potrebbero essere
la vetrina del pietismo, dell’assistenzialismo.
Credo che sia normale e basta!
E’ vero, a volte nella macedonia capita di trovare qualche nocciolo che fa il prepotente, si crede chissa’
chi e rischia di far diventare indigesta la macedonia, ma basta poco: o con un po’ di educazione si mette
nel piattino e gli si fa capire che e’ solo un banale nocciolo o con un po’ di ardore lo si mastica e lo si
manda giu’.
Ecco, consideriamo come noccioli nella macedonia chi si ostina a professare la discriminazione, allora
saremo ancora di piu’ un paese normale, una buona, gustosa macedonia.
Mi piace davvero la macedonia, ma un ananas raccolto da una pianta africana e’ davvero molto gustoso,
quindi... viva la macedonia, ma aiutiamo anche gli ananas a maturare nella loro terra!
Fabio Poggi, Modena
Ciao, sono Marco di Lussemburgo. Sono nato nel Saarland (Germania), vivo da tre anni a Lussemburgo e ho vissuto anche in Italia, un anno a Roma ed un anno vicino Modena. Vorrei sintetizzare dalle mie esperienze nel'essere straniero soltanto due cose.
Prima, l'essere straniero signfica la possibilita' di poter imparare e conoscere tante cose nuove: luoghi, persone, lingue, aspetti culturali di una regione o di certe situazione (attento qui alla generalizzazione di esperienze personali). Dunque sopratutto per uno studente (migrato privilegiato) significa di poter allargare il suo orrizonte vivendo delle situazioni ''estranei'' cioe' nuovi e differenti.
Secondo: vivere in un altro paese per un motivo non scelto liberamente, per esempio migrare per motivo di lavoro, puo' significare sopratutto dover adattarsi ad una situazione nuova, abitudini e modi di vivere diversi, che possono mettere a rischio la propria identita'. Come rimanere se stesso, quando si sente tante differenze nella vita quotidiana? Per me e' chiaro che c'e' l'aspetto di una sfida continua che ti puo' stancare. Allora puo' essere piu' commodo di non muoversi dal luogo di nascita'. E per chi deve o sceglie di migrare vuol dire che deve trovare la sua bilancia personale tra apertura e esigenza della vita come straniero e la propria identita' o modo di vivere (dove penso che sia troppo semplice da mettere in relazione solo col item 'nazionalita', cioe' luogo casuale di nascita').
Ma non posso chiudere senza una correzione sul percentuale dei stranieri che vivono a Francoforte sul Meno: caro Andrea, sono al massimo 30 per cento i stranieri a FFM, invece a Lussemburgo-citta' sono 50 per cento.
Wir sind Auslaender, ueberall.
(We are strangers, all over the world.)
Marco, Luxembourg
Le diverse razze, culture,tradizioni si stanno pian piano fondendo, si è vero, può esser anche una bella cosa, le future generazioni saranno sempre più mascolate, sempre più verso un tuttuno,
ok.Ma il problema è che il capitalismo lo sta imponendo, non succede tutto perchè si sente il bisogno, no, è sopratutto "grazie" al capitalismo che tutto ciò accade.Siamo così felici? E bello, lo ripeto questo fondersi, ma siamo ormai tutte delle merionette, e non vogliamo accorgercene.
Io sono di Brindisi , ma ho origini turche,greche e argentine. Ma se guardo a fondo (e neanche tanto lontano) i miei nonni,genitori,zii sono solo scappati dalle loro terre per svariati motivi, ma in tutti c'è ancora una volta il denaro. Uniamoci, fondiamo le culture,le origini,le tradizioni. Ma facciamolo per volontà nostra.Non facciamo più gli ipocriti. Basta.
Marco, Brindisi
Il Leninismo e lo Stalinismo non sono "IL SOCIALISMO" - il capitalismo non è "LA LIBERTA' "
SOKRATE, SOCRATES.ORG
Ho vissuto in un collegio di ragazzi provenienti da tutta Italia. Ho imparato che una persona non si valuta dalla regione di provenienza , dal colore della pelle, dal suo conto in banca, dal suo credo politico. Una persona vale quanto il suo cuore vale, per quanto sa ed è in grado di dare agli altri, possibilmente prima che a se stesso. Apparirà banale, ma è la verità. max
Massimo Bertacchi, Sassuolo
|