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finalmente un argomento di discussione che quel comunista di Claudio difficilmente potra'politicizzare!(non e' detto, pero'...sicuramente trovera' qualcuno a cui are contro!)
Joe Strummer, Modena
Io credo che, in realtà, il test indicato non sia molto significativo sulle aspettative e/o le paure di questa fine di millennio. Credo cioè che non ci sia un reale coinvolgimento delle persone su ciò che può evolvere dalle attuali tecnologie di informazione/comunicazione. Questo perché l’evoluzione è talmente rapida ed imprevedibile che ciò che è vero oggi, fra 6 mesi, un anno, potrebbe essere già dimenticato. Lasciando perdere i paranoici apocalittici, secondo i quali già l’anno 1000 avrebbe significato lo spalancarsi delle porte dell’inferno, un piccolo appunto mi sento di fare sul paragone Istruzioni-al-secondo-di-microchip vs. Battiti-del-cuore-in-30-anni. E’ una evidente fesseria. Nessun microchip è in grado di competere neppure lontanamente con ogni nostro piccolo neurone, per capacità di analisi di dati eterogenei e per velocità di risposta, né sarà in grado di farlo per molti anni ancora. Come paragonare la velocità del nostro pensiero con l’avviamento di Windows 98. Un abisso. Quello che invece tutti noi stiamo subendo, senza riuscire a contrastarli, sono due fenomeni tipici della nostra vita attuale: la velocizzazione di ogni attività umana, compressa in tempi sempre più brevi, e la frammentazione dell’informazione, ma forse sarebbe meglio definirla nebulizzazione. Internet in questo senso è un ottimo esempio: ognuno di noi accede a dei percorsi privilegiati, ottiene informazioni spesso più approfondite che in passato, ma finisce per tralasciare tutto il resto, che è enormemente più vasto.
Si perde, insomma, la veduta d’insieme e ci si disperde nel proprio piccolo mondo, che, per quanto significativo possa essere, ha la caratteristica di essere avulso da una esperienza che si possa realmente definire collettiva. Inutile dire che in un contesto di questo tipo (questo forse, sì, un po’ apocalittico…), coloro che detengono gli strumenti del potere, politico, economico o religioso che sia, hanno gioco facile nei confronti di tante menti libere, ma scollegate l’una dall’altra, e quindi inoffensive. Quello che si prospetta è una umanità formata da milioni di persone libere di esprimere le proprie opinioni, di formarsi una cultura invidiabile ed una straordinaria padronanza dei mezzi tecnologici, ma solo ed esclusivamente ad una condizione: avere le risorse economiche per potersi mantenere questo status di uomo libero ed acquistare gli innumerevoli oggetti e servizi indispensabili per il raggiungimento di tale obiettivo, pena l’emarginazione più totale. Quindi occorre un lavoro, per andare a lavorare occorre l’automobile, le ferie vanno fatte inesorabilmente in quel periodo, per esigenze di tempo le spese fanno fatte nei centri commerciali sovraffollati, la nostra casa deve diventare una specie di bunker informativo/ludico che ci permetta di gestire il poco tempo rimasto senza sprechi, e così via in un crescendo che non pare aver fine. Vi ricordate quella vecchia battuta che circolava molti anni fa: “Fermate il mondo, voglio scendere.”?. Vi conviene scordarvela. Avete voluto la bicicletta? Pedalate!
Claudio, Reggio Emilia
Claudio, ma alla fine di tutto 'sto popò di roba, cosa hai voluto dire?
Marco, Frosinone
Uff...! Penso che questo sia uno temi piùpiù interessanti affrontati da Giramondo negli ultimi tempi. E complicati.
Andiamo con ordine. Mentre sono convintissimo che il PC (e internet!) sia senz'altro uno strumento capace di rivoluzionare la nostra epoca, cosí come radio (e Tv, massì) possano benissimo caratterizzare il '900, non vedo francamente il potere innovativo del cellulare...
Ad ogni modo - e "classifiche" a parte! secondo una di queste Ronald Reagan era il terzo leader del secolo! - la portata delle domande poste da Anna é enorme.
Non riesco a immaginare quanto la tecnologia possa cambiare (in meglio? in peggio?) le nostre vite. Fermo restando che sono terrorizzato dai "progressi" che le biotecnologie stanno riportando e temo che ne subiremo ben presto tristi conseguenze, sul campo della teconologia "tradizionale" (non "bio" tanto per intenderci) credo che l'essere umano abbia buone possibilitá di cavarsela, cioé di difendersi da scenari apocalittici e di utilizzarla per ampliare le proprie conoscenze. Insomma per fare un esempio banale: questa mattina non avevo sonno e ho lavorato tre ore dalle 6 alle 9 e ho dato un'occhiata a La Repubblica, il manifesto, la TAZ e il País. Ho prenotato un treno per Bielefeld e un biglieto per l'Opera di Francoforte. Tutto questo perché c'é INTERNET. Peró ora me ne scendo a fare la spesa qui sotto (non vado in MACCHINA a un qualche iper fuori cittá) con il "CAVAGNINO" che si usava una volta e non prendo nessuna sportina di PLASTICA. Il té che sto bevendo rimane caldo grazie a una CANDELA scaldavivande. Ecco, credo, nel mio piccolo, che quello che sto facendo sia una selezione di tecnologia, di usarla quando serve, e di riconoscere che su molti settori della nostra vita abbiamo a disposizione strumenti che non hanno nessun bisogno di essere sostituiti da teconologie inutili e insostenibili.
Ma, mentre non temo per la mia vita privata, temo per quella del pianeta e dell'umanitá...ma mi é difficile capire che succederá. Nella repubblica di sabato (http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20000108/cronaca/13eco.html) Umberto Eco sosteneva la prossima divisione del mondo in tre caste "non però in senso marxiano: la classe di coloro che interagiscono attivamente con la rete, che ricevono messaggi e ne emettono; la piccola borghesia degli utenti passivi (l'impiegato di una compagnia aerea che usa lo schermo per conoscere gli orari dei voli) e i prolet, che si limitano a vedere quello che passa la televisione. Ma dato che un bambino nato in una famiglia povera può imparare molto presto a usare Internet, la divisione tra le classi non sarà più fondata sul censo. Può darsi che il figlio di un miliardario diventi intellettualmente prolet, mentre Bezos, che ha creato dal nulla Amazon (la prima libreria on line, ndr) è già classe dirigente". Ecco, questo sostiene Eco.
Io sono un po' più "pessimista" e temo che, ancora per un po', il potere rimanga sempre di piú nelle mani di chi ha il denaro (soprattutto su scala globale), e che, come sostiene Claudio i "potenti" continuino ad avere buon gioco a mantenere una divisione in caste più tradizionale.
La forbice tra i poverí e i ricchi per ora sta amunetando (vedi l'ottimo articolo di Hobsbawm sempre su Repubblica http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20000109/commenti/01sfide.html). Appena incomincerá a diminuire... vedremo!
saluti, e scusate la lunghezza!
Andrea, Mainz
io dico solo una cosa
Subsonica:meglio gruppo
Matrix:meglio film
serena, Montecalvoli(PI)
P.Franchini, Modena
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