VALERIO VECCHIARELLI

IL TEMPO 28/10/95

New Zeland

BOLOGNA _ Georges Coste pensa al futuro. Per lui la disfatta è solo nel punteggio, ha visto i suoi crederci, accettare la battaglia, provare a fare il solletico all'elefante. Per adesso gli basta: <Abbiamo incontrato quanto di meglio esista oggi nel panorama ovale, una squadra da ammirare, studiare, cercare di imitare. Vengono da un altro pianeta, non siamo assolutamente umiliati da questo risultato perché solo giocando con il meglio si può migliorare. Dobbiamo continuare su questa strada, giocare con i più forti, perdere. E perdere così vuol dire solo imparare>. Poi la solita vena polemica sui problemi del nostro campionato: <Non possiamo pretendere di lavorare solo con la Nazionale. Tutto il movimento deve crescere e per farlo ci vuole il ritmo quotidiano, l'abitudine alla battaglia, la confidenza con il rugby di alto livello. In Italia questo ancora non c'è, il campionato è quello che è e non possiamo sperare di incontrare tutti i giorni gli All Blacks>. Discorsi conosciuti.

Il capitano degli All Blacks, Sean Fitzpatrick, è un pezzo di storia. Per lui non è difficile fare paragoni con il passato: <Nel primo tempo ho rivisto l'Italia di Leicester (1991, 31-21), bella ed aggressiva. Nel secondo tempo mi ha ricordato la squadra che travolgemmo ad Auckland (1987, 70-6), quando per noi tutto sembrò fin troppo facile. L'Italia comunque ha dimostrato i progressi che aveva fatto vedere in Coppa del Mondo. Sta crescendo>. Tra il primo ed il secondo tempo Laurie Mains, il tecnico neozelandese, ha chiamato i suoi a raccolta: <Vi devo proprio raccontare cosa ci ha detto?>, ha concluso Fitzpatrick. Si può intuire.

In tribuna d'onore c'era anche Arrigo Sacchi: <Da questo sport c'è solo da imparare, in fatto di ricerca dello spettacolo, di rigorosità tattica. E soprattutto in fatto di lealtà>.