BOLOGNA _ Scalare l'Himalaya? Si può fare. La similitudine è di Georges Coste che di professione non fa l'alpinista ma il tecnico della nazionale ovale. L'Himalaya sono loro, gli All Blacks. Lassù manca l'ossigeno.
La sua Italia è reduce dalla Coppa Latina: bella (e sconfitta) con la Francia, brutta con l'Argentina, carina, e niente più, con la Romania. Oggi sarà tutta un'altra cosa. Per arginare l'atomica Lomu, Coste ha scelto Vaccari, l'ala di maggior peso atletico a sua disposizione, spostando Ravazzolo ad estremo. Dall'altra parte Mazzariol, uno scricciolo che riscuote la fiducia del tecnico ma che potrebbe volar via al primo soffio di vento. E Lomu e compagni, quando mettono in moto le gambe, sono dei cicloni.
Torna Franchino Properzi per alzare il livello dell'ingaggio delle prime linee; lui gli All Blacks li ha consosciuti mercoledi sera a Catania, ha fatto capire di che pasta è fatto e subito è stato richiamato di gran carriera alle armi. Tra i tre-quarti recuperato Bordon e con lui la possibilità di organizzare una valida cerniera difensiva. Perché ci sarà molto da difendere.
Partita da guerrieri ed allora non poteva che esserci Massimo Giovanelli a tempo pieno in terza linea. Ha dichiarato di scopririsi in un sogno, dopo aver passato quindici mesi alle prese con un femore andato in mille pezzi. Dice di essere uscito da un buco nero. Per ritrovarsi a fare i conti con una marea nera. Tutta Nera.