VALERIO VECCHIARELLI

IL TEMPO 11/11/95

Francois Pienaar

CAPITANO da sempre, cioè dal primo giorno in cui mise piede tra gli Springboks, Francois Pienaar è l'esempio del perfetto leader. Si sussurra che in campo non sia poi così devastante, che qualche volta il pallone viaggi così velocemente che lui non riesca a seguirlo, che in difesa non sia quella macchina tritatutto che sa essere intorno ai raggruppamenti. Ma ha un tale carisma, un tale ascendente sulla squadra che sembra stato confezionato per essere un capitano. Oggi giocherà con il numero 8 sulle spalle, lascia a Ruben Kruger la maglia che Nelson Mandela indossò in suo onore durante la finale della Coppa del Mondo e per la prima volta si cala nel ruolo di timone della mischia: <Un'esperienza esaltante, mi diverto in questo ruolo, penso di poterlo interpretare correttamente>. Ieri Pienaar era stanco, preoccupato, perché aveva saputo che nella mattinata in Sudafrica si era riunito il <Council> governativo dello -

sport e che all'ordine del giorno c'era l'abolizione del simbolo a lui tanto caro, lo Springbok: <Pessime notizie _ ha detto _ per il mondo noi siamo gli Springboks, teniamo a questo nome, lo sentiamo nostro. Il passato è passato, può essere che una Coppa del Mondo che ha coinvolto tutto il paese non possa essere sufficiente a spiegare che non è giusto cancellare un simbolo che oggi ci unisce?>. L'ultima decisione è stata rimandata, molti parlamentari dell'Anc di Mandela hanno portato numerose argomentazioni a difesa dello Springbok, motivo per il quale si dovrà formare una commissione apposita nel prossimo futuro. Ed a Pienaar è tornato il sorriso.

Chissà se sorrideranno gli azzurri quando se lo troveranno di fronte questo pomeriggio. Coste ha deciso di far esordire Williams (Milan) estremo di origine argentina e Mazzucato (Cus Padova), 20 anni, ala di belle speranze. In mischia torna Arancio (Catania) al posto di Checchinato.

Ieri il presidente della Fir ha parlato di ventimila biglietti acquistati in prevendita. La cifra ha suscitato molti dubbi, anche perché, malgrado l'incasso vada in beneficenza all'Anthai ed al Telefono Azzurro, sembra che i centralini del comitato organizzatore siano collassati dalle richieste di biglietti omaggio. L'unica consolazione è che il rugby susciti l'interesse di qualcuno. O forse solo dei portoghesi di lusso?.