L'UNICO desiderio espresso prima di arivare in Italia era stata la richiesta di poter andare dal Papa. Desiderio esaudito. Ieri gli Springboks sono stati ricevuti, durante l'udienza generale, da Giovanni Paolo II, che si è rivolto loro in inglese: <Prego perché tutti i sudafricani perseverino con saggezza nella via della giustizia e della riconciliazione>. Il Papa ha ricordato di aver incontrato Mandela durante il viaggio in Africa, il presidente che ha concesso agli Springboks l'onore di essere ambasciatori dello sport sudafricano.
Profondamente religiosi, i rugbisti sudafricani, hanno sempre tenuto fede al loro credo cristiano. Per la prima volta nella storia lo squadrone Springbok, proprio in Italia, dovrà interrompere una tradizione secolare, quella che vuole la domenica come il giorno dedicato al Signore. Infatti mai prima di oggi avevano giocato un test-match di domenica, motivo per il quale Francois Pienaar, il capitano, si è detto dispiaciuto dal fatto che nell'occasione dovrà metter da parte una delle più seguite regole imposte dalla sua religione. Non a caso, durante il ricevimento ufficiale offerto dall'ambasciatore sudafricano a Roma, Morne Du Plessis, il team manager, nel presentare l'incontro ha sempre parlato del <match di sabato>. Domenica, però, ad aver bisogno dell'aiuto divino sarà l'Italia.