DIARIO DI GUERRA
Giovedì 6 maggio 1999
Nessuna via di fuga
Ciao!
Ho appena parlato con mio cugino che subito dopo che sono
iniziati i raid della Nato sulla zona industriale di
Pancevo si e' trasferito dai genitori, nel villaggio di
Dubovac, sulle rive del Danubio. E' un insediamento di
pescatori, non lontano dal confine rumeno, un posto
tranquillo e adatto ai bambini - che non vanno a scuola e
soffrono il rifugiarsi nelle cantine...
In ogni modo la vita a Dubovac era molto meglio che
vivere nelle zone industriali bersagliate, almeno per un
po'... Dopo che la Romania ha concesso agli aerei Nato il
permesso di poter sorvolare il proprio territorio il
rumore degli aerei era udibile nel pittoresco paese,
assieme al pirotecnico spettacolo della difesa antiaerea,
che sparava sia da terra che da imbarcazioni sul
Danubio... L'esercito si spostava rapidamente da un posto
ad un altro per sfuggire agli attacchi Nato... C'era un
tipo del vicinato, un operatore radio amatoriale che fa
parte della rete sparsa per tutto il paese e che ha
fornito un eccellente servizio di informazioni su
vittime, bombardamenti e direzione degli aerei Nato...
Presto la vita a Dubovac ha iniziato ad assomigliare
troppo ad un film di guerra e mio cugino ha deciso di
rientrare in citta', dicendo che era diventato sempre
piu' difficile sfuggire a questa follia comunque! La
guerra si e' allargata in molti paesi e nelle campagne, e
su tutto il territorio del paese...
Abbiamo sentito di un tipo qui di Pancevo che si e'
rifugiato anche lui in un pacifico villaggio in campagna,
dove si e' sentito piuttosto rilassato, fino al giorno in
cui qualcosa e' piovuta dal cielo dritto nel suo cortile.
E' saltato fuori che si trattava di un serbatoio
ausiliario di un aereo della Nato! (Questi serbatoi sono
sganciati spesso dagli aerei, ma non so perche'). Una
delle cose piu' incomprensibili riguardo ai bombardamenti
- specialmente nel caso dei ponti - e' capire i
ragionamenti o i piani che stanno dietro a queste
operazioni. Trstenik , una citta' della Serbia centrale,
e' il posto dove e' nato mio padre. Questa pacifica
piccola citta' sembrava essere distante dai piani di
bombardamento finche' recentemente la Nato non ne ha
bombardato un ponte, nel centro della citta', uccidendo
la donna che vi stava transitando sulla sua bicicletta...
Tutti erano atterriti perché il ponte era antico,
circondato dalle case e dai negozi e utilizzato piu' che
altro dai pedoni perche' era troppo piccolo per
permettere qualsiasi tipo di traffico pesante... Per
rendere le cose ancora più assurde lo stesso piccolo
ponte e' stato bombardato altre due volte, finche' non e'
stato fatto a pezzi... Be' ragazzi, e' difficile da
capire, ma questa e' la realta' che qui la gente deve
fronteggiare in qualche modo...
Saluti
Sasa
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