Avventura a Casablanca
di Cinzia e Pedro


Arriviamo a Casablanca nel pomeriggio alle 18 e andiamo a sistemarci in un alberghetto discreto dove decidiamo anche di cenare.

L’atmosfera è piena di euforia, abbiamo tanto sognato di visitare questo paese che ha mille aspetti diversi, non sentiamo la stanchezza del viaggio ... anche perché dall’Italia è ci si mette un amen ad arrivare.

Stiamo decidendo sul da farsi per la serata e a qualcuno viene in mente Humprey Bogart, "Time goes by", e Sam che la deve suonare ancora. Perfetto. Andiamo a cercare il bar del film Casablanca.

Chiediamo ad Ahmed, il cameriere, che è un ragazzo giovane di darci qualche dritta per trovarlo. Lui molto gentilmente si offre di accompagnarci perché sta per smontare dal turno di lavoro.

Alle 9 siamo pronti per partire. Chiacchierando con Ahmed abbiamo scoperto che questo bar in realtà non è mai esistito, però, data l’importanza e il fascino che il film emana sui turisti, ne hanno costruito uno apposta fatto come quello del film. Siamo fortunati non è lontanissimo dall’hotel e ci possiamo andare a piedi.

Ci incamminiamo solo in cinque: quattro donne, un uomo e Ahmed. Infatti nell’attesa alcuni sono stati colti da crisi di stanchezza e sono andati anzitempo a collaudare i materassi marocchini.

Mentre camminiamo per le vie del centro di Casablanca parlando in un francese approssimativo del più e del meno degli aspetti del paese, si avvicinano due ragazzotti arabi che puzzano di alcol in una maniera terribile. Senza usare eufemismi: sono parecchio ubriachi. Una domanda mi sorge spontanea: "Ma il Corano non vieta di bere alcolici???".

Vengono da noi ragazze e cominciano a chiederci di andare a ballare con loro. Gentilmente rifiutiamo, ma non ne vogliono sapere e vanno da Ahmed parlando in arabo gli chiedono di convincerci a seguirli.

Ahmed gli spiega che siamo turisti e che ci sta accompagnando in un posto, ma che lui non ci conosce e pertanto non ci può portare da nessuna parte che non sia quella che noi abbiamo deciso.

Probabilmente non è stato convincente e loro cominciano a prendersela con lui, perché si rifiuta di assecondare le loro richieste. Mentre stiamo attraversando un grosso incrocio i due soggetti cominciano a picchiare Ahmed a pugni e calci.

Il nostro unico uomo (italiano) si è fatto di nebbia (non porteremo mai più in viaggio con noi amici fifoni e senza il fisicaccio da culturista). Noi rimaste sole in questa situazione abbiamo un po' paura che la situazione degeneri al peggio, invochiamo di smettere i due balordi, ci troviamo in mezzo all’incrocio e le macchine schizzano velocemente vicino a noi, rischiamo anche di essere investiti.

Ahmed è per terra tremante come un animale ferito ma uno dei due sta ancora infierendo su di lui, decidiamo di fermare qualche macchina, nel frattempo un altro ragazzo arabo viene in aiuto di Ahmed, dice qualcosa ai due e lo aiuta ad alzarsi.

Siamo riuscite a fermare un petit taxi. Non vorrebbe caricarci in 5 e ci sta dicendo che si chiama "petit" proprio perchè non deve caricare più di tre persone per volta, ma noi lo convinciamo che c’è un sacco di posto, salendo tutti con la forza ... e ancor meglio lo convincono i due aggressori che arrabbiati per come è andata cominciano a tirare sassi contro al taxi che ci ha caricati.

Finalmente siamo riusciti a scappare. Ahmed per fortuna ha solo qualche livido, e qualche graffio ... torniamo in albergo dove troviamo il nostro temerario uomo che ci chiede come è andata e rischia il linciaggio (un bel linciaggio morale lo ha avuto nei successivi giorni del viaggio, costante ogni giorno anche più di una volta al giorno, non abbiamo avuto pietà neanche quando è stato colpito da dissenteria).

Ci siamo dette dopo questo episodio: "Questo non è un posto dove uscire da sole ragazze!". In realtà è stato un caso sfortunato e siamo sempre uscite divertendoci tantissimo. Forse destino non voleva che Sam la suonasse per noi!



Cinzia e Pedro.


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