di Ugo Cornia



Se volete sapere qualcosa del Mono Lake o Mar Morto della California dovete leggere un bel racconto di viaggio, scritto tanti anni fa da Mark Twain, che parti’ seguendo suo fratello piu’ grande in cerca di avventura.

Questo lago "e’ una distesa di acqua plumbea e piuttosto dimessa, dalla circonferenza di circa cento miglia; al centro spuntano due isole fatte di lava puntuta, frastagliata e piena di escrescenze, rivestite da grigi cumuli di pomice e di cenere, il sudario del vulcano morto del cui cratere il lago si e’ impossessato".

Le acque del lago sono cosi’ alcaline che Twain e i suoi amici, per fare il bucato, legavano le camicie alla poppa della loro barca, dopo qualche centinaio di metri le tiravano su, le strizzavano, e avevano dei capi bianchissimi. I bianchi non possono bere l’acqua, e nel lago non vivono ne’ pesci, ne’ rane, ne’ bisce,; invece ci proliferano a miriadi di vermetti bianchi lunghi un dito, cosi’ fitti che fanno sembrare bianca l’acqua del lago.

Sulle rive abbondano delle mosche "che si appostano sulla spiaggia per mangiare i vermi che restano in secco; le vedi a qualsiasi ora lungo tutta la circonferenza del lago una striscia di mosche alta due dita, larga mezza pertica e lunga cento miglia. Se gli tiri un sasso si alzano in volo, cosi’ fitte da sembrare una nuvola nera".

Sulla superficie dell’acqua nuotano delle anatre che mangiano i vermi e cosi’ la vita va avanti. Misteriosamente dieci torrenti versano la loro acqua nel lago, nessuno ne esce, ma l’acqua rimane sempre allo stesso livello.

Nel libro, oltre al Mono Lake, potrete trovare una miriade di altri luoghi e di altre storie.

 

Mark Twain, Incerca di guai, Ed. Adelphi, pp 233-236.

Ugo Cornia


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