di Ugo Cornia

Si dice che Federico II, per capire se negli uomini esistessero predisposizioni innate, prendesse dei bambini appena nati e li facesse crescere nelle segrete, in una situazione di completo isolamento, di buio e di silenzio, in modo che non potessero comunicare con altri uomini.
Se questi esseri, non potendo apprender nulla dal mondo esterno, avessero sviluppato nelle loro teste l’idea del triangolo o avessero usato una lingua parlando con se stessi per orientarsi nella propria solitudine, inequivocabilmente questo fatto avrebbe significato che com’ e’ vero che ogni uomo nasce con i polmoni e il fegato, altrettanto e’ vero che tutti gli uomini nascono con un patrimonio di idee gia’ fatte nel cervello.
Stando sepolti nelle segrete, a quanto si dice, nel corso del tempo quei bambini disgraziati crescevano e diventavano adulti, per essere tolti dal loro isolamento. Ma nel momento in cui venivano riportati alla luce ci si accorgeva che purtroppo erano diventati dei perfetti deficienti buttati allo sbaraglio sulla faccia della terra, dei poveruomini o addirittura dei mostri.
Poi, in quanto cosa umana e deludente, questo tipo di sperimentazione fu abbandonato.
Ma in Germania, agli inizi dell’800, da non si sa dove salta fuori un ragazzo che non sa quasi camminare, che guarda le cose con un’espressione che potrebbe essere sia da beato che da deficiente, che non sa usare bene neanche le sue mani.
Ha sedici anni, forse e’ il figlio di un cavaliere, come si intende da una lettera sgrammaticata che lo accompagna, forse e’ cresciuto in una cantina....

 

Anselm von Feuerbach, Kasper Hauser, ed. Adelphi 1996.

Ugo Cornia

 

 

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