Caco il ghibellino
Nel 1265 sotto una grande quercia, che si ergeva maestosa al centro della piazza Grande (l'attuale Piazza Prampolini) avviene un episodio fondamentale per il governo della città.
Dopo la battaglia di Montaperti in Toscana, nella guerra tra Guelfi e Ghibellini (seguaci del papa i primi, dell'imperatore i secondi) a Reggio hanno la meglio i Ghibellini. Il capo reggiano del partito imperiale è Caco de' Muti ( Caco Della Palude preciserà in seguito Balletti) che, riporta Guido Panciroli nel suo "Storia della città di Reggio", "era grande com' uno gigante e di meravigliosa forza, e con una mazza di ferro in mano, nullo gli si ardiva ad appressare che non abbattesse in terra o morto o guasto".
Succede però che i Guelfi fiorentini, cacciati dalla loro città da Farinata degli Uberti, (citato da Dante nella Divina Commedia) si rifugiano prima a Bologna poi a Modena, dove con l'aiuto dei loro compagni di partito locali, conquistano le due città. Inevitabilmente anche Reggio risente di questi avvenimenti: i Guelfi fiorentini guidati da Forese degli Adimari coadiuvati dai Fogliani e Roberti (famiglie reggiane notoriamente guelfe) cercano di conquistare anche la nostra città.
Il 6 marzo 1265, il venerdì Santo, entrano in città dopo aver forzato Porta Castello; tiene loro testa Caco che i nemici per scherno chiamano Caca da Reggio, ma " 12 gentiluomini fiorentini dei più valorosi e chiamaronsi gli dodici paladini, con le coltella in mano si serrano addosso al detto valente uomo il quale dopo molto grande difesa e molti dei nemici abbattuti" viene sopraffatto.
Caco muore sotto la grande quercia che sorge in mezzo alla piazza. Perso il loro capo i ghibellini vengono sopraffatti e cacciati da Reggio. Altri alberi nel 1341 assurgono agli onori della cronaca di scontri e battaglie: sono quelli abbattuti dai masnadieri del capitano Cucio, che per conto e al soldo dei Gonzaga, saccheggia le terre e i Castelli tra Carpineti e San Valentino "... devastano alberi, viti e tutto..." si legge nelle cronache.