di Matteo Zucchi ( I° Parte)

Ognuno di noi ha avuto, "da piccolo", qualche mito con il quale identificarsi e al quale fare riferimento: il mio è stato quello della Croce Rossa.
Nell'aula delle scuole medie che frequentavo, noi studenti avevamo a disposizione una piccola biblioteca con volumetti e pubblicazioni divulgative tra le quali una dal titolo accattivante "L'appassionante storia della Croce Rossa".
La lettura e le immagini, che venivano enfatizzate dalle tavole della "Domenica del Corriere", dove uomini incuranti dei rischi e protetti solo dalla bandiera e dai bracciali con una croce rossa su sfondo bianco portavano soccorso nel mezzo di una battaglia, suscitarono in me un fascino irresistibile.
Da quel giorno iniziai la ricerca di informazioni relative al perché quegli uomini "elevano il simbolo della Croce Rossa a ricordare ai belligeranti la neutralità di coloro che se ne fregiano" così come riportava la didascalia alla tavola di Achille Beltrame; cercai nella biblioteca di casa del nonno maestro i titoli riportati in calce alla pubblicazione e trovai "Il ricordo di Solferino" di Henry Dunat.
Il testo getta le basi sulle quali si svilupparono, dalla metà dell'ottocento in poi, le leggi della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, le famose Convenzioni di Ginevra , che impongono tra le altre il rispetto dei nemici feriti, di chi si occupa di loro, delle strutture che li ospitano, dei civili e di tutto ciò che non appartiene alla sfera militare.
Lessi in seguito altri documenti con le cronache dell'opera della Croce Rossa nelle trincee della Grande Guerra, nell'Africa Orientale, in Corea, nei campi profughi Palestinesi e Cambogiani, nella alluvione del Polesine e nel terremoto del Friuli, del Belice, dell' Irpinia; di tutto questo mi colpiva e incantava l'idea dell'universalità e riconoscimento internazionale di cui godeva, e gode tuttora, questa istituzione e delle doti di eroismo che, nel mio immaginario, dovevano possedere i suoi componenti: questo era il mito della Croce Rossa, la "mia" Croce Rossa.
Nel 1985 riuscii a coronare il mio sogno di ragazzino ed entrai a far parte del Gruppo dei Volontari del Soccorso del Comitato C.R.I. di Modena, ma questa è un'altra storia.

Matteo Zucchi


CLICK E TORNI A GIRAMONDO


© 1996 Giramondo
PIANETA s.r.l.