di Ugo Cornia
illustrazioni di Sergio Capone

Nonostante tutto quello che si può dire l'uomo la propria libertà l'ha sempre detestata, gli uomini e del resto anche le donne lavorano tutta la settimana e arginano i danni di questa detestata libertà, ma al sabato, disgraziatamente inizia quel silenzio rotto soltanto dal rumore di stoviglie.

"Perlopiù le persone sono abituate al lavoro, a un qualsiasi lavoro o occupazione regolare, e quando ciò viene loro a mancare, essi perdono all'istante il loro contenuto e il senso della loro identità e finiscono per ridursi in uno stato di morbosa disperazione...Tutti credono di rigenerarsi, ma in realtà si tratta di un vuoto nel quale tutti diventano matti ...Cominciano a spostare armadi e cassettoni, tavoli e sedie e i loro stessi letti, spazzolano i loro vestiti sul balcone, lucidano come folli le loro scarpe, le donne salgono sui davanzali delle finestre e gli uomini vanno in cantina e sollevano vortici di polvere."

Ma non basta perché "quando cessa il lavoro cominciano le malattie, compaiono improvvisamente dei dolori, il famoso malditesta del sabato, il cardiopalmo del sabato pomeriggio, repentini deliqui, esplosioni di collera".

"Il sabato è sempre stato il giorno dei suicidi e quelli che hanno frequentato i tribunali per un certo periodo sanno benissimo che l'ottanta per cento dei morti ammazzati vengono uccisi di sabato. Durante l'intera settimana viene tenuto a bada ciò che inevitabilmente rende scontento e infelice ogni essere umano, essendo gli uomini così concentrati nella loro sulla propria scontentezza e sulla propria infelicità, ma quando il sabato uno smette di lavorare, la scontentezza e l'infelicità ricompaiono in maniera sempre più spietata."

Da Thomas Bernhard, La cantina, ed. Adelphi, pp.68-72. Si tratta di uno dei miei romanzi prediletti. Se siete d'accordo con queste dolorose conclusioni, potete trovare tanti romanzi, tutti bellissimi, di Bernhard nelle librerie o nelle biblioteche, in edizione Adelphi, Einaudi, Guanda, SE e Theoria.


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