Il massacro della Silva Litana
Nelle vaste distese boscose che occupavano un tempo il nostro territorio non si celebravano solo riti religiosi o si svolgevano atti importanti della vita pubblica, ma si combattevano anche sanguinose battaglie. Queste foreste si rivelarono un valido alleato per i Galli Boi che, diventati amici di Annibale ai tempi della seconda guerra punica, cercavano di resistere agli invasori Romani.
Nel 218 a. C. il pretore Lucio Manlio, che marciava in soccorso di un plotone romano assediato a Modena fu sorpreso in una selva e ridotto così a mal partito da essere costretto a cercare scampo nell'avamposto romano di "Tannetum" (Polibio III, 40). Dopo due anni, nel 216 a. C. fu addirittura un esercito consolare ad essere annientato nella Silva Litana; in una vera e propria "guerra vegetale" perse la vita il console Postumio Albino (Tito Livio ,Storie libri XXI-XXIV).
"C'era una enorme foresta - racconta Livio - i Galli la chiamano Litana, attraverso la quale Postumio Albino voleva far passare l'esercito. Negli alberi di quella foresta, a destra e sinistra della strada, i Galli praticarono tagli in modo che essi, se lasciati stare rimanessero diritti, se spinti da un lieve urto cadessero. Postumio aveva due legioni romane ed aveva arruolato dalle coste del mare un così grande numero di alleati, che introdusse nel territorio nemico venticinquemila armati. I Galli, si erano appostati attorno al bordo estremo della foresta e, allorchè l'esercito entrò nella selva, diedero una spinta agli ultimi alberi tagliati. Questi crollarono l'uno sull'altro, abbattendosi giù dai due lati e seppellirono armi, uomini, cavalli; scamparono a mala pena dieci uomini. I più furono uccisi dai tronchi degli alberi e dai rami spezzati; i Galli che erano appostati tutti intorno alla selva, massacrarono la massa rimanente in preda allo scompiglio a causa dell'imboscata, pochi furono catturati mentre cercavano di raggiungere un ponte sul fiume precedentemente occupato dai nemici. Qui Postumio cadde lottando con ogni forza per non essere preso. I Boi festanti portarono le sue spoglie e la sua testa tagliata nel tempio, che presso di loro era più sacro. Ripulita poi la testa come è loro costume, ornarono il teschio con un cerchio d'oro, e questo era per loro un vaso sacro con cui libare alle solennità, e allo stesso tempo una coppa per i pontefici e per i sacerdoti del tempio e, agli occhi dei Galli, il bottino fu non minore della vittoria".
Fino ad ora questa Silva Litana non era stata ben individuata ed alcuni studiosi credevano di poterla collocare vicino a Modena. Un giovane ricercatore reggiano, Nicola Cassone, ha ipotizzato recentemente che questa battaglia sia stata combattuta proprio vicino a Reggio e porta a convalidare la sua tesi una serie di prove inconfutabili.
Secondo il nostro concittadino, che si interessa di storia romana, Tacito nel 69 d. C., in occasione della morte dell'imperatore Otone, parla di un uccello visto apparire in un bosco presso Reggio, che lì rimase fino al giorno in cui l'imperatore non si tolse la vita nel suo accampamento presso Brescello.
I1 bosco citato da Tacito sarebbe quello sacro dei Galli Boi, la Silva Litana insomma; il tempio "Fanum" è stato in seguito individuato tra S. Polo e Montecchio. Secondo Cassone il nome Litana deriverebbe da Litabos (sacro, consacrato) per cui non dovrebbero esserci dubbi che la battaglia, dove perse la vita Postumio Albino con le sue legioni, è proprio collocabile in provincia di Reggio.
"Apud Regium" scrive Tacito e cioè nei pressi di Reggio, in un "celebre bosco sacro" e quale se non quello sacro ai Galli?.
Nell'immagine uno scontro tra Romani e Galli: il motivo ispiratore del noto fumetto Asterix il gallico
Ugo Pellini
La storia di Reggio attraverso gli alberi
© 1996 Giramondo
PIANETA s.r.l.