Diecimila anni fa

Negli ultimi diecimila anni e cioè a partire dal periodo che stiamo vivendo chiamato post-glaciale, le specie vegetali che crescono spontaneamente nella nostra provincia sono rimaste praticamente le stesse: si sono avuti alcuni spostamenti di quota o migrazioni da una zona all'altra soprattutto a causa di nuovi cambiamenti di clima.
Il Pino silvestre , un tempo in pianura, si è rirato in collina per lasciare il posto alla cosiddetta foresta mesofita dominata dalla quercia di pianura, la Farnia presente con il Carpino. l'Acero, l'Olmo e il Frassino; queste selve sono intervallate da zone paludose con salici, ontani e pioppi.
In montagna invece l'aumento della piovosità ha permesso al Faggio di sostituirsi all'Abete bianco ; di questa pianta sono rimasti solo alcuni esemplari all'Abetina reale che deve il suo nome a questa conifera. Proprio sulla dorsale del Cusna è stata identificata una struttura corrispondente ad una tenda o una capanna sorretta da pali che testimonia la presenza dei nostri antenati dediti alla caccia ed alla raccolta dei frutti. Questi uomini primitivi accendevano fuochi, confezionavano attrezzi per la caccia e si cibavano di frutti spontanei; in località Bagioletto alto sono stati ad esempio identificati gusci di noccioli .
Tra i resti dei focolari, ritrovati sempre nei pressi del crinale, sono state rinvenute ceneri di piante come il Frassino maggiore, l'Acero di monte e il Maggiociondolo che ora sono tipiche di zone più temperate; siamo nel Mesolitico cioè all'incirca ottomila anni a.C.

Nell'immagine: ricostruzione di una capanna del mesolitico






Ugo Pellini



La storia di Reggio attraverso gli alberi


© 1996 Giramondo
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