Alle soglie della Preistoria: il Pino silvestre
Dopo le steppe glaciali dell'ultima glaciazione, e siamo arrivati alle soglie della preistoria, insomma al periodo in cui viviamo denominato postglaciale, lo scenario vegetale è davvero originale: grandi piante di Pino silvestre si estendono per tutta la pianura mentre la montagna è dominata dall'Abete bianco
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Singolare la storia del Pino silvestre
che può a ragione essere considerato il capostipite delle piante reggiane. La sua presenza è documentata a partire da 12 mila anni fa. Specia ad amplissima diffusione geografica in Italia lo si ritrova nelle vallate centroalpine e in alcune valli dell'Appennino. Reggio è la stazione di Pino silvestre più significativa a sud della penisola italiana. Da noi infatti questo vero e proprio relitto glaciale è ancora presente nelle argille di cave abbandonate, nelle valli del Tresinaro e a Monte Duro; esemplari sparsi si possono notare anche ad esempio nel parco di Roncolo, sulla strada per Casina e Paullo etc.
Gli esperti affermano che questa nostra pianta è riconoscibile da tutti gli altri pini per la sua chioma piatta, per la corteccia, nella parte superiore del tronco, di colore rosso ruggine.
L'antenato dei nostri alberi, così lo possiamo definire, colonizza i suoli poveri e rocciosi, finisce per deperire quando viene a trovarsi, come è successo anche da noi migliaia di anni fa, nei boschi di latifoglie. Il nostro Pino ha delle caratteristiche particolari quali la minor lunghezza degli aghi che lo distinguono da tutti i pini silvestri d'Europa: insomma è diventato adattandosi al nuovo clima una nuova specie botanica.
Nell'immagine un esemplare di Pino silvestre a Monte Duro
Ugo Pellini
La storia di Reggio attraverso gli alberi
© 1996 Giramondo
PIANETA s.r.l.