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" Gli stranieri non esistono"
Andrea Burzacchini
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Vivendo ormai da diversi mesi tra Grecia, Svizzera e Germania, sono stato lungamente pregato dalla direzione di Giramondo di fare un paragone tra gli starnieri in Italia e gli Italiani all’estero.
Per diverso tempo non sono riuscito a iniziare, forse anche conscio dell’enorme differenza tra me, migrato ‘di lusso’, e gli extracomunitari nel nostro paese.
L’idea mi è venuta tornando a Modena per le vacanze di Pasqua : gli starnieri non esistono.
Ebbene si’, camminando per le strade della mia città, imbatteresi in qualcuno che non presenti i caratteri somatici - oops ! - padani é ancora relativamente raro.
Guardo invece i campanelli della casa in cui abito a Losanna : Lavalle, Moser, Burzacchini, Monteiro, Klotzer, Koffi, Appiyoni, Herrmann, Morgante...
Qui in Europa centrale, gli autoctoni sono ormai completamente mescolati agli Africani, agli Asiatici, ai Portoghesi, ai Turchi, agli Italiani (a Frankfurt i tedeschi sono il 45% !). E non sto parlando di Soho o della banlieu parigina ma di Mainz, di Losanna, di Besançon, città delle stesse dimensioni di Modena. Qui posso mangiare kebab o pizza, krauti o biriani, le vetrine mostrano prodotti dei cinque continenti (senza l’aggettivo esotico !), e nei kindergarten i bambini imparano musiche lontane.
Non sto fingendo di ignorare la presenza di problemi legati all’incotro delle diverse culture, né la stessa esistenza degli skinheads, ma è necessario osservare che in questi paesi la presenza di diverse etnie nello stesso posto é una situazione che viene affrontata, magari con proposte e reazioni diverse, ma senza isterismi. Esistono, per esempio, centri d’appoggio per coppie miste in difficoltà, oppure vengono promulgate leggi per assumere personale straniero nelle scuole in cui la presenza di bambini stranieri supera una certa percentuale.
Effetto di questa situazione è camminare in luoghi dove le differenze si mescolano senza annullarsi, dove le diverse culture si arricchiscono l’un l’altra senza disperdersi. E attenzione, questo non é il melting pot statunitense, dove proprio per paura della perdita di identità, ogni etnia si trincera dietro i propri muri e i propri riti, ma piuttosto una macedonia dove i gusti si mescolano conservando i sapori originali. Credo davvero che esista una via europea alla multiculturalità e che debba essere perseguita con curiosità e senza isterismi - come é possibile parlare di invasione degli Albanesi ? Ventimila su cinquantasei milioni di abitanti, quando sono cinquecentomila nella piccola e povera Grecia ? - cercando piuttosto di fornire alle persone che entrano nel nostro paese le possibilità di vivere con noi e di mescolarsi a noi. Finché si possa mangiare kebab in Corso Canalchiaro, finché vedremo bambini di sangue misto del nord e del sud del Mediterraneo.
O entrare in Europa vuole dire solo avere i conti in ordine ?

Andrea Burzacchini


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Be, quello che dice Andrea mi piace molto, ed è tipico di una persona di ampie vedute e soprattutto molto tollerante. Mi chiedo, se fosse il proprietario di un palazzo a Modena come suonerebbero i nomi sul campanello? Leggendo il suo racconto .. mi è parso di entrare in un moldo di sola musica e colori, molto diverso dalla realtà. Comunque d'accordo sul fatto che l'accoglienza riservata agli stranieri all'estero sia differente da paese a paese, ma con una punta per nulla velata di preoccupazione generale è quanto mai palese, c'è in gioco il cambio futuro della razza di base. E' una sorta d'istinto conservativo. Modena è già diversa da Roma, così pure come a Parigi gli stessi atleti di colore erano una realtà molto tempo prima della nostra Mei. E, attenzione non è difficile trovare un impiegato di banca di origine Senegalese sempre a Parigi. Qui tuttalpiù l'extracomunitario non fa i turni di notte. Una coppia mista, non si abbraccia per strada ed un bimbo dalla pelle ambrata deve continuamente replicare le generalità, e se parla bene Italiano allora sicuramente si pensa che sia stato adottato in fasce, neppure in ultima ipotesi sopraggiunge l'idea che possa essere un figlio di Modenese + Africano. Comunque credo che sia questione di tempo, soltanto 15 anni fa a Modena, tutti si voltavano al passaggio di uno straniero di razza diversa per strada, perchè prima di quel momento visto solo in tv. Oggi almeno ciò non accade e credo siano una quindicina i listolanti cinesi. IO sogno un mondo a colori e musiche ma vedo ancora molti grigi, e sento parecchi stridii. Io non mollo, continuerò con fiducia ad aspettare il colore del futuro -_ l'AMBRA
Maria, Modena

Io che sono di origine italiana in terra straniera non mi sento straniera per niente! Mi sento cittadina del mondo! In un paese dove ci sono tante razze ed ognuna con una storia diversa, a volte molto, ma veramente molto triste oppure come la mia, quasi divertente! Amo questo paese, l`Australia, quasi quanto Modena perche` mi ha dato l`occasione di vivere una seconda vita e di conoscere e allargare i miei orizzonti, mi ha dato l`opportunita` di essere tollerante e di essere tollerata, di capire e di essere capita e sopratutto che sotto il colore della pelle o il taglio degli occhi, diverso dal mio, c`e` sempre un essere umano che non e` per niente diverso da me!
Xena, Canberra (Australia)

Non mi permetto di contraddire la Storia sostenendo che l’integrazione culturale sia uguale in tutti i paesi, ma vorrei invitarvi a riconoscere nel nostro un paese normale. Siamo gia’ una buona macedonia (pensate che schifo essere o diventare un succo di frutta dove tutti i frutti perdono il loro sapore in una miscellanea probabilmente disgustosa!). E per fortuna la nostra macedonia si sta ancora arricchendo di gusti. Non esiste classe di scuola d’infanzia o elementare dove non siano integrati almeno un paio di bambini di origini non italiane, non esiste condominio, gruppo, associazione, luogo di lavoro... Non voglio cantare l’ospitalita’ e la tolleranza del popolo italiano: questi atteggiamenti potrebbero essere la vetrina del pietismo, dell’assistenzialismo. Credo che sia normale e basta! E’ vero, a volte nella macedonia capita di trovare qualche nocciolo che fa il prepotente, si crede chissa’ chi e rischia di far diventare indigesta la macedonia, ma basta poco: o con un po’ di educazione si mette nel piattino e gli si fa capire che e’ solo un banale nocciolo o con un po’ di ardore lo si mastica e lo si manda giu’. Ecco, consideriamo come noccioli nella macedonia chi si ostina a professare la discriminazione, allora saremo ancora di piu’ un paese normale, una buona, gustosa macedonia. Mi piace davvero la macedonia, ma un ananas raccolto da una pianta africana e’ davvero molto gustoso, quindi... viva la macedonia, ma aiutiamo anche gli ananas a maturare nella loro terra!
Fabio Poggi, Modena

Ciao, sono Marco di Lussemburgo. Sono nato nel Saarland (Germania), vivo da tre anni a Lussemburgo e ho vissuto anche in Italia, un anno a Roma ed un anno vicino Modena. Vorrei sintetizzare dalle mie esperienze nel'essere straniero soltanto due cose. Prima, l'essere straniero signfica la possibilita' di poter imparare e conoscere tante cose nuove: luoghi, persone, lingue, aspetti culturali di una regione o di certe situazione (attento qui alla generalizzazione di esperienze personali). Dunque sopratutto per uno studente (migrato privilegiato) significa di poter allargare il suo orrizonte vivendo delle situazioni ''estranei'' cioe' nuovi e differenti. Secondo: vivere in un altro paese per un motivo non scelto liberamente, per esempio migrare per motivo di lavoro, puo' significare sopratutto dover adattarsi ad una situazione nuova, abitudini e modi di vivere diversi, che possono mettere a rischio la propria identita'. Come rimanere se stesso, quando si sente tante differenze nella vita quotidiana? Per me e' chiaro che c'e' l'aspetto di una sfida continua che ti puo' stancare. Allora puo' essere piu' commodo di non muoversi dal luogo di nascita'. E per chi deve o sceglie di migrare vuol dire che deve trovare la sua bilancia personale tra apertura e esigenza della vita come straniero e la propria identita' o modo di vivere (dove penso che sia troppo semplice da mettere in relazione solo col item 'nazionalita', cioe' luogo casuale di nascita'). Ma non posso chiudere senza una correzione sul percentuale dei stranieri che vivono a Francoforte sul Meno: caro Andrea, sono al massimo 30 per cento i stranieri a FFM, invece a Lussemburgo-citta' sono 50 per cento. Wir sind Auslaender, ueberall. (We are strangers, all over the world.)
Marco, Luxembourg

Le diverse razze, culture,tradizioni si stanno pian piano fondendo, si è vero, può esser anche una bella cosa, le future generazioni saranno sempre più mascolate, sempre più verso un tuttuno, ok.Ma il problema è che il capitalismo lo sta imponendo, non succede tutto perchè si sente il bisogno, no, è sopratutto "grazie" al capitalismo che tutto ciò accade.Siamo così felici? E bello, lo ripeto questo fondersi, ma siamo ormai tutte delle merionette, e non vogliamo accorgercene. Io sono di Brindisi , ma ho origini turche,greche e argentine. Ma se guardo a fondo (e neanche tanto lontano) i miei nonni,genitori,zii sono solo scappati dalle loro terre per svariati motivi, ma in tutti c'è ancora una volta il denaro. Uniamoci, fondiamo le culture,le origini,le tradizioni. Ma facciamolo per volontà nostra.Non facciamo più gli ipocriti. Basta.
Marco, Brindisi

Il Leninismo e lo Stalinismo non sono "IL SOCIALISMO" - il capitalismo non è "LA LIBERTA' "
SOKRATE, SOCRATES.ORG

Ho vissuto in un collegio di ragazzi provenienti da tutta Italia. Ho imparato che una persona non si valuta dalla regione di provenienza , dal colore della pelle, dal suo conto in banca, dal suo credo politico. Una persona vale quanto il suo cuore vale, per quanto sa ed è in grado di dare agli altri, possibilmente prima che a se stesso. Apparirà banale, ma è la verità. max
Massimo Bertacchi, Sassuolo

03/06/2005
Sono senegalese e sono ormai 10 anni che vivo in questo bellissimo paese (l'italia ) e vi posso dire che le cose stano cambiando anche se molto lentamente.
Non ci può essere un paragone tra l'italia e la Francia perché gia nel 1914, Blaise Diagne ex sindaco di dakar era deputato nel parlamento francese.Poi é diventato ministro nei governi di Clemenceau e Laval.
Una cosa del genere non poteva capitare allora in Italia, anzi neanche oggi.
Una volta gli africani in italia erano venditori o braccianti, oggi ci sono quasi in tutti i settori.
Io lavoro in banca, conosco un'altra senegalese che lavora in banca, una ruandese che lavora in piazza affari, senza parlare dei professori che vengono ormai ogni anno nelle universita di Perugia, pisa o milano a tenere dei corsi a laureandi in tante discipline.
Speriamo solo che siano accelarate nei prossimi anni.
http://www.grioo.com/info2135.html

badou (212.31.234.4) , milano


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