Estate 1990, primo viaggio in aereo con
destinazione Tenerife.
Il volo di linea ci portera' dapprima a Madrid e da qui
coincidenza per
l'aereoporto dell'isola.
Partiamo alle 20,30. Dopo circa mezz'ora dal decollo la voce del
comandante
ci avverte che causa una tromba d'aria la torre di controllo a
Madrid e'
fuori uso...panico negli occhi dei passeggeri...ma tranquilli, si
atterra a
Barcellona!
I nostri guai sono appena iniziati: dopo 4 ore di deprimente
attesa, l'aereo
che ci porta a Madrid ha un mostruoso ritardo, troppo per non
perdere la
coincidenza.
Da questo momento in poi e' tutto un peregrinare per l'aereoporto
semideserto, da uno sportello all'altro. Del resto e' la prima
settimana di
agosto e tutti i voli per Tenerife sono stracolmi: veniamo messi
in lista
d'attesa assieme ad una sessantina di altre persone, con la
prospettiva di
arrivare a destinazione entro un paio di giorni.
Davanti alle mie lacrime (sono ormai le 8 di mattina e non si e'
chiuso
occhio) qualcuno si impietosisce e ci propone un volo per l'isola
di Gran
Canaria, da cui si potra' raggiungere Tenerife con un
collegamento interno.
Siamo cosi' stanchi che accetteremmo di tutto!
Alla fine, dopo un volo allucinante (il quarto!) e un viaggio in
taxi che
sembra non finire mai (infatti siamo atterrati a cento chilometri
dall'aereoporto in cui sono finiti i nostri bagagli), al posto
delle valige
smarrite l'IBERIA ci fa omaggio di uno splendido borsello
contenente lo
stretto necessario per la sopravvivenza, comprese le mutande usa
e getta
(rigorosamente rosa per me e azzurre per il mio ragazzo!).
L'arrivo in albergo avviene esattamente 24 ore dopo la nostra
partenza
dall'Italia...turisti fai da te?
Annalisa