DATI EPIDEMIOLOGICI:

Nel 1974 la D.ssa Wertheimer, in Colorado, iniziò una ricerca in quattro Contee su bambini morti di leucemia che abitavano vicino a linee elettriche. Verificò che il tasso di forme tumorali decresceva allontanadosi dalle linee stesse. Si potè concludere che i bambini residenti nelle case più esposte ai CEM erano da due a tre volte più soggetti a contrarre forme tumorali. In seguito gli studi di altri ricercatori confermarono quanto riscontrato dalla dottoressa.

Da uno studio del 1994 della d.ssa Matanoski di New York su 50.000 addetti alle linee telefoniche risulta che i tumori sono il doppio rispetto alla media delle persone occupate in altre professioni, mentre per le leucemie la frequenza è ben sette volte superiore alla media.

Da una ricerca realizzata da una Università di Montreal e riguardante i lavoratori di due centrali elettriche, risulta che chi è esposto per periodi prolungati a CEM di elevata intensità ha un rischio di ammalarsi di leucemia tre volte superiore rispetto alla media

In Italia il dr. Soffritti e il dr. Maltoni (Istituto di Oncologia Addari di Bologna) affermano in un loro documento: "Ancorchè con vari gradi di inadeguatezza esistono oggi oltre 50 studi epidemiologici sugli effetti dei Cem ...La maggior parte di quersti studi indicano nell’insieme che l’esposizione a Cem aumenta l’insorgenza di tumori maligni in particolare linfomi e leucemie e di tumori del tessuto del sistema nervoso centrale."

Il prof. Bernardi dell’Università La Sapienza, Dipartimento di Ingegneria Elettronica, in una relazione sulle misure di campo elettromagnetico nell’aula della Camera dei Deputati afferma che " le conoscenze su eventuali effetti nocivi da esposizioni
per lunghi periodi a bassi livelli di campo sono a tutt’oggi molto scarse. Esistono tuttavia indagini epidemiologiche che mettono in guardia rispetto a possibilieffetti cumulativi derivanti dall’esposizione continuativa a Cem.... Pur essendo tali risultati oggetto di dibattito e anche contrastanti opinioni a livello scientifico, si richiede che quanto emerge dalle indagini epidemiologiche non debba essere trascurato almeno a titolo precauzionale. Opinione dello scrivente in merito a tale dibattito è che si debba iniziare a prendere provvedimenti precauzionali quando si verificano lunghe esposizioni a livelli dell’ordine di 1/100 dei valori limite indicati dalle nornative che tengono conto solo degli effetti termici".

Il Prof. Pietro Comba dell’Istituto Superiore di Sanità ammette chiaramente che gli effetti sulla salute associati all’esposizione a Cem generati da linee ed installazioni elettriche determinano effetti cancerogeni con particolare riferimento alle leucemie infantili. Pertanto nei progetti di realizzazione di nuovi elettrodotti va esplicitato l’obiettivo della riduzione dell’esposizione a Cem anche mediante l’adozione di nuove soluzioni tecnologiche. Il contenimento delle sposizioni appare in ogni caso prioritario per asili, scuole ed altri ambienti destinati all’infanzia".

Nel 1995 il Parlamento Europeo si è impegnato ad emanare una direttiva per ridurre le emissioni elettromagnetiche al minimo consentito dalla tecnologia al fine di ridurre l’esposizione dei lavoratori e della popolazione ai Cem.

Alla fine del 1995 l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha ammesso per la prima volta , con il rapporto Istisan 95/29 il rischio per la salute conseguente all’esposizione , specialmente dei bambini, ai Cem generati dalle linee elettriche di trasmissione e distribuzione e dalle sorgenti domestiche. Si tratta di effetti cancerogeni e disturbi del sistema neuro-vegetativo.L’ISS indica quale obiettivo generale " quello di una riduzione dell’esposizione alle radiazioni non ionizzanti, dando priorità ad asili, scuole, e altri ambienti destinati all’infanzia, ma a condizioni ragionevoli e in attesa che ulteriori indagini epidemiologiche e scientifiche consentano di " ottimizzare gli interventi" da adottare anche in sede legislativa.

(Informazioni tratte dal sito del Gruppo Consiliare VERDI Comune di Firenze)


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