Si ringrazia Eleonora (howard@iol.it) per l'impaginazione.
Da Tempo Medico dell'1 Novembre 1995
UN RAPPORTO DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' CONFERMA I TIMORI PER I
CAMPI ELETTROMAGNETICI
LA LEUCEMIA CORRE SUL FILO
C'e' da scommeterci. L'inchiostro non finira' di asciugarsi sulle pagine
dell'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanita' dedicato ai campi
elettromagnetici - di prossima pubblicazione- e gia' cominceranno a fioccare
le reazioni. Reazioni compiaciute (si fa per dire, visto l'argomento) di
chi va sostenendo da anni la pericolosita' dei campi elettromagnetici emessi
dalle linee elettriche. Reazioni contrariate da parte dell'ENEL e di tutti
coloro che hanno cercato di confutare le cattive nuove sull'elettricita'.
Dopo cinque anni di silenzi,le parole fuggite a mezza voce, di ,anche
l'Istituto superiore si sanita' italiano e' uscito allo scoperto:si',e'
vero, che abita a ridosso delle linee dell'alta tensione e' sottoposto
a un rischio aggiuntivo e per ora non quantificabile di contrarre leucemie,tumori
cerebrali e carcinomi mammari nei maschi. Le ricerche epidemiologiche piu'
recenti hanno riscontrato un aumento di queste malattie soprattutto tra
i bvambini residenti a meno di 100 metri dai grandi elettrodotti e tra
i lavoratori delle aziende elettriche ,i telefonisti ed i macchinisti delle
ferrovie. Secondo questi studi il rischio individuale sarebbe statisticamente
modesto, certamente minore di quello provocatoper esempioda benzene e amianto.
Ma che il cancro elettrico esista, a questo punto,e' un dato ,
come recita la prosa felpata dell'Istituto.
Le radiazioni elettromagnetiche a bassa frequenza (50 hertz) emesse
da elettrodotti ed elettrodomstici,sempre secondo l'agenzia sanitaria italiana,potrebbero
essere all'origine di molti casi di depressione e mal di testa. L'ultima
ricerca pubblicata sull'American journal og epidemiology dice che chi abita
in prossimita' delle linee elettriche avrebbe il 50 per cento di probabilita'
in piu' di soffrire di cefalea.
Il documento bomba ammette che una spiegazione biologica certa della
pericolosita' dei campi elettromagnetici non esiste ancora. L'ipotesi piu'
probabile e' che la componente magnetica delle radiazioni perturbi il sistema
endocrino,abbassando il livello della melatonina,un ormone secreto dall'ipofisi
e di fondamentale importanza sia per la regolazione del sonno, sia per
il controllo dei tumori.
La parte piu' interessante del documento ancora inedito riguarda pero'
il "che fare". Oltre all'invito scontato di continuare le ricerche,l'Istituto
superiore di sanita' promette un censimento completo della popolazione
a rischio elettromagnetico,cioe' di chi vive a meno di 100 metri dai grossi
elettrodotti. Ma prima ancorache queste campagne di rilevamento siano terminate,
si invitano gli organi competenti a ridurre le esposizioni elettromegnetiche
almeno in asili,scuole ed altri luoghi destinati all'infanzia. L'allarme
lanciato dalle autorita' italiane e' comunque poca cosa se paragonato al
documento del National Council on Radiation Protection, l'agenzia di radioprotezione
del governo degli Stati Uniti: una relazione che doveva retare segreta
e che e' arrivata alla rivista americana Microwave News. Gle esperti americani,capeggiati
dal neurologo Ross Adey,confermano i rischi cancerogeni ed invitano a ridurre
di 5000 volte la soglia di esposizione tuttora ammessa anche in Italia
(0,2 invece di 1000 microtesla). Se la nuova normativa dovesse entrare
in vigore,le societa' elettriche dovranno fronteggiare spese faraoniche
per spostare, interrare e schermare gli elettrodotti che lambiscono i cenmtri
abitati.
E l'ENEL? Alla vigilia della privatizzazione, la societa' elettrica
hga ricevuto dal governo un provvidenziale decreto legge (28 settembre
1995), che , secondo alcune interpretazioni, ridimensionerebbe drasticamente
le opere di risanamento previste da un precedente decreto del 1992.
In sostanza,se fino al mese scorso gli acquirenti ENEL avrebbero dovuto
farsi carico anche di 18000 miliardi di lire previsti per allontanare i
tralicci dalle case piu' a rischio, dopo l'ultimo decreto hanno visto svaporare
questa minaccia. Ora pero' il documento dell'Istituto superiore di sanita'
rischia di riaprire in Parlamento la vertenza sull'inquinamento elettromagnetico
e su una seria politica preventiva.
LUCA CARRA
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